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Cosa sono e a cosa servono i nudge?

Se fossimo esseri puramente razionali, come spesso ed erroneamente si pensa, probabilmente nessuno di noi praticherebbe sport estremi, fumerebbe o consumerebbe alcolici: davanti ad ogni scelta, passeremmo numerose ore a valutare attentamente l’opzione migliore, la più vantaggiosa e meno rischiosa per noi. 

Sappiamo benissimo, però, che così non è. Gli esseri umani sono prima di tutto “macchine emozionali che pensano”, tanto per citare una nota frase del neuroscienziato portoghese Antonio Damasio: le persone prendono decisioni e compiono azioni mosse prima di tutto dal loro istinto, dalle loro sensazioni e dal loro vissuto emozionale.

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Ciò rende chiaro come il nostro giudizio non sempre ci indirizzi verso la scelta più efficace per noi. Ma un modo per indirizzare la scelta delle persone verso le opzioni più vantaggiose per loro c’è: per motivare decisioni migliori per il loro benessere, per la società e per il Pianeta, le scienze comportamentali hanno ideato i nudge, delle spintarelle che, senza imposizioni, provano a cambiare il mondo in meglio una piccola scelta alla volta. 

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Come funzionano i nudge

Resistere alle tentazioni, moderare le proprie reazioni e ponderare razionalmente ogni decisione è tutt’altro che semplice: la nostra natura ci spinge a decidere prima di tutto con il cuore o, come spesso si dice, “di pancia”. È possibile però intervenire per favorire una scelta migliore di quella che faremmo istintivamente: ciò avviene grazie a strumenti definiti dalle scienze comportamentali come nudge. 

I nudge o “spinte gentili”, teorizzati da Richard Thaler e Cass Sunstein, sono interventi che fanno leva sui bias cognitivi con l’obiettivo di modificare i comportamenti orientandoli verso scelte più etiche ed efficaci a favore della società e dell’individuo.

Chi crea i nudge?

Le scienze comportamentali definiscono come “architetti della scelta” le persone che riescono ad utilizzare questi strumenti per influenzare positivamente le decisioni delle persone. Solitamente gli architetti della scelta posseggono una buona conoscenza della psicologia e del comportamento delle persone, motivo per cui riescono a intervenire sul processo di scelta favorendo decisioni migliori per l’individuo in primis. 

Chi utilizza i nudge?

Utilizzati principalmente in Behavioral Economics, la disciplina che applica i principi delle scienze comportamentali e cognitive a problemi legati alla presa di decisione in ambito economico, i nudge vengono oggi applicati efficacemente anche in ambiti non strettamente legati a questo, spaziando dalle politiche sociali alla comunicazione pubblicitaria.

L’intervento di questi specialisti può essere richiesto da governi, aziende o brand intenti a elicitare o promuovere determinate risposte, di solito volte a migliorare la qualità della vita delle persone. Ovviamente è molto più probabile che gli architetti della scelta siano chiamati in causa per problematiche complesse o per agevolare decisioni che le persone faticano a portare a termine efficacemente senza un aiuto esterno.

Questo perché il cervello rettiliano, in cui risiede la capacità di assimilare un’azione e farla diventare abitudine, è chiaramente più portato a metabolizzare, imparare e eseguire senza sforzi azioni semplici e non, proprio perché complesse, quelle più difficili e intricate: occorre più tempo e, se possibile, un’agevolazione.

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Certamente, per alterare il processo decisionale e favorire migliori abitudini e comportamenti, c’è bisogno che quelli favoriti dai nudge riescano ad essere accolti e assecondati dalle persone senza frizioni: questo avviene solamente se i nudge sono opportunamente rinforzati e accompagnati da messaggi persuasivi adeguati. 

Un esempio dei nudge in azione

Uno degli esempi di nudge efficaci e brillanti ha a che fare con una mosca, l’aeroporto di Amsterdam e dei bagni pubblici. 

L’aeroporto Schiphol della capitale olandese è passato alla storia per il modo in cui ha risolto l’annoso problema delle fuoriuscita di urina nei propri bagni pubblici maschili grazie ai nudge, suggerendo un preciso comportamento ai suoi clienti. Come? 

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Bastò incidere una mosca negli orinatoi per far sì che i visitatori utilizzassero i servizi con più… precisione, riducendo le fuoriuscite addirittura dell’80%. Un nudge semplicissimo, che però ha avuto enormi risvolti per l’aeroporto e i suoi clienti: i clienti dell’aeroporto hanno potuto usufruire di bagni generalmente più puliti e profumati, l’aeroporto stesso ha ridotto le spese per la pulizia e la manutenzione di questi spazi e, di conseguenza, anche le conseguenze dannose che detersivi e detergenti avevano sull’ambiente.

Tutto con un intervento minimo in termini di costi e realizzazione. Incredibile, vero?

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